Orchestre giovanili
L’orchestra come comunità che apprende e come laboratorio
Dove nasce il progetto orchestra?
Il progetto Orchestre Giovanili nasce all’Istituto Peri nel 2005 all’interno dei corsi di Propedeutica Musicale riservati ai bambini delle scuole elementari (un’esperienza che, voluta da Armando Gentilucci a partire dagli anni 70, ha caratterizzato e valorizzato l’esperienza del Peri grazie al contributo di una serie di insegnati tra cui vanno almeno ricordati Ester Seritti e Marta Lassen). Nasce dunque in un contesto dove la musica d’insieme viene messa al centro della formazione musicale, dove ogni bambino viene valorizzato senza nessun tipo di selezione e la lezione collettiva viene privilegiata come scelta metodologica, dove è previsto un costante aggiornamento dei docenti e si ha la possibilità di sperimentare progetti didattici.
Ogni bambino a partire dall’età di 8 anni partecipa a laboratori di musica d’insieme e orchestrali e ha la possibilità di proseguire tale attività per tutti gli anni di studio previsti all’interno dell’Istituto.
L’incontro avvenuto successivamente con il Sistema delle orchestre venezuelano (nel marzo del 2007) ha dato ancor più forza al nostro progetto che in pochi anni si è esteso anche nei corsi preaccademici.
Oggi l’Istituto ha cinque orchestre giovanili che coinvolgono complessivamente più di 200 ragazzi e bambini dai 9 ai 20 anni di età.Le nostre orchestre aderiscono dal 2010 al Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili e Infantili in Italia ispirato al modello de “El Sistema” venezuelano fondato dal Maestro José Antonio Abreu.
La nuova denominazione delle orchestre giovanili
La denominazione delle Orchestre Giovanili del nostro Istituto muove dalla intenzione di individuare quattro nomi che richiamino le caratteristiche di ognuna di esse, sia in rapporto alle diverse fasce di età e alle relative tappe di crescita delle competenze strumentali dei ragazzi, sia al tipo di approccio didattico e musicale che ne consegue.
L’età degli studenti coinvolti va dai 7 ai 18 anni circa.
Non è superfluo ribadire che l’importanza dell’esperienza delle Orchestre Giovanili (ormai giunta al 15esimo anno) non è solo legata al raggiungimento di obiettivi musicali che esaltino il livello di bravura dei ragazzi ma anche alla valorizzazione delle valenze educative e formative derivanti dal fatto stesso di fare musica in contesti collettivi.
Proprio partendo da una consapevolezza pedagogica che vede entrambe le finalità non disgiungibili ma piuttosto in un rapporto di reciproco rafforzamento, e ai fini di esprimere l’originalità stessa di una esperienza cresciuta a partire da questo tipo di approccio didattico, non è parso sufficientemente adeguato l’uso piuttosto consueto di attingere a nomi di importanti musicisti (es: orchestra Mozart, orchestra Beethoven ecc.).
Eccetto il primo livello, (denominato Orchestra Laboratorio Allegro-crescendo) – per il quale si è optato per una denominazione che, attraverso l’ambivalenza del termine crescendo suggerisca un’idea di inizio del percorso che coniughi la crescita formativa con il carattere “allegro”, gioioso, del fare musica insieme -, per gli altri tre livelli sono stati individuati i nomi di altrettanti noti personaggi del teatro musicale che con le loro caratteristiche potessero evidenziare simbolicamente i principali tratti distintivi che contraddistinguono le diverse tappe di crescita.
I tre personaggi sono: Papageno, Cherubino e Florestano.
Volendo qui descrivere in estrema sintesi tali livelli di crescita dello studente nel suo percorso orchestrale, si può fare riferimento ad un primo momento, più infantile, caratterizzato da un approccio soprattutto di tipo esplorativo e spontaneo, per poi passare al piacere della scoperta delle regole della costruzione musicale che caratterizza una seconda fase di crescita, e infine accedere ad una fase volta a mettere in primo piano l’introduzione di ideali di sfida e di “conquista” delle difficoltà (ma anche di un approccio più consapevole e profondo verso l’esperienza musicale) che caratterizzano quella fase di crescita più matura che segue il momento della timidezza e fragilità caratteristiche invece della prima adolescenza.
Orchestra Laboratorio Allegro-crescendo (7- 9 anni)
(Primo livello )
Rappresenta l’inizio del percorso musicale dei bambini più piccoli. Questo è il contesto dove attraverso l’esplorazione si impara a conoscere il proprio strumento e quello degli altri. Qui si pongono le basi per creare un gruppo che dovrà crescere imparando gradualmente le regole fondamentali del fare musica insieme (capacità organizzativa, capacità di ascoltare, capacità di tollerare l’attesa, capacità di collaborare in gruppo ecc) .
Orchestra Papageno (10-12 anni)
(Secondo livello)
Papageno, personaggio del Flauto Magico di Mozart, è il buffo uccellatore vestito di piume che suona il suo flauto. Insieme a Papagena rappresenta sia una bonaria e infantile fragilità, sia quella gioia stupita, irrefrenabile, sempre sincera, leggera e profonda allo stesso tempo, che spesso osserviamo nei bambini di fronte alla scoperta delle regole di costruzione dei primi brani musicali.
Orchestra Cherubino (13-15 anni)
(Terzo livello)
Cherubino, personaggio delle Nozze di Figaro di Mozart, è un ragazzo dolce, malinconico, fragile e al tempo stesso volubile e con una sua intima inquietudine. Quasi la quintessenza dell’avvio della fase adolescenziale, quando i ragazzi iniziano quel loro complesso e non facile processo di cambiamento alla ricerca della propria personalità.
Orchestra Florestano (16-18 anni circa)
(Quarto livello)
Florestano, il personaggio beethoveniano (ma anche schumaniano), è battagliero, ridondante ed eroico. In questa fase dell’adolescenza, inizia, per i ragazzi più maturi, l’esigenza di eseguire brani musicali sempre più complessi che si identifichino con valori quali la forza e il coraggio di mettersi alla prova per sfidare le difficoltà musicali.
Valenza formativa ed educativa del fare musica insieme
Fare musica insieme significa innanzitutto riconoscere la sua valenza formativa ed educativa perché un luogo nel quale si impara a suonare insieme è prima di tutto un luogo in cui si impara a relazionarsi, a sapere ascoltare e ascoltarsi, ad essere consapevoli del ruolo che ognuno può svolgere in funzione del raggiungimento di un risultato comune. Lavorare in questi contesti significa infatti impegnarsi affinché tali valenze e tali potenzialità possano trovare il modo di manifestarsi e di essere esaltate. Si impara a maturare l’acquisizione di una infinita serie di apprendimenti specifici, musicali e strumentali, in modo più diretto e immediato perché supportati da una pratica musicale costante ed inoltre suonare insieme aiuta a tenere alta la motivazione nello studio dello strumento.
Nel contesto orchestrale viene valorizzato l’apprendimento collettivo che facilita la trasmissione di competenze fra i ragazzi. Per parafrasare Bruner, l’orchestra è pensabile proprio come una comunità che apprende, dove i saperi e le competenze possono trovare il modo di passare tra le diverse persone che vi partecipano e dove il direttore dovrebbe forse non fare molto di più che agevolare il fatto che un tale passaggio avvenga.
Un altro punto di forza è che tutti possono partecipare all’orchestra senza nessun tipo di selezione, affinché ognuno abbia la possibilità di contribuire con le proprie competenze al risultato complessivo, e possa essere valorizzato per questo.
Manifestazioni pubbliche: concerti e spettacoli
Negli ultimi anni le orchestre giovanili hanno fatto più di 70 concerti per scuole, ospedali, per centri di solidarietà e anche spettacoli: Il Don Giovanni di Mozart, Il maestro di scuola di Telemann, Le nostre Quattro stagioni di Vivaldi, Lo Schiaccianoci e il nostro tempo, Il carnevale degli animali, L’armonia è una cosa bellissima (progetto in collaborazione con le Scuole d’infanzia di Reggio Emilia per la giornata della memoria).
Inoltre l’adesione al Sistema Nazionale delle Orchestre Giovanili ha dato la possibilità di collaborare con altre realtà come quella di Milano, di Torino, Campolongo di Venezia in diverse manifestazioni come quelle di suonare davanti alle più alte cariche dello Stato: nel 2012, a Roma, suonando all’apertura degli Stati Generali della Cultura, nel 2013 e nel 2016, con il concerto di Natale al Senato della Repubblica, nel 2014 suonando al Teatro Argentina a Roma per il semestre europeo con l’orchestra Nazionale del sistema venezuelano alla presenza del M° Abreu, nel 2016 al Teatro alla Scala di Milano con la Sinfonica Juvenil de Caracas e il Sistema Europe Youth Orchestra e nel 2017 al Teatro Massimo Bellini di Catania.
Il laboratorio orchestrale estivo
Dal 2013 l’Istituto organizza ogni anno, a Ligonchio, un laboratorio orchestrale estivo di una settimana che accoglie 55 ragazzi delle orchestre giovanili. Nel team, oltre ai docenti, partecipano a turno otto ragazzi dell’orchestra giovanile dei più grandi, chiamati a svolgere il compito di tutor.
Il laboratorio Corpi Sonanti
Il laboratorio “Corpi sonanti” (clicca qui per la pagina dedicata) è iniziato nell’anno accademico 2015/2016 come progetto sperimentale che ha coinvolto una delle orchestre Giovanili dell’Istituto sotto la guida di un direttore musicale, Gabrielangela Spaggiari (docente dell’Istituto) e un coreografo, Arturo Cannistrà (della sezione Progetti speciali e attività didattico-educative di Aterballetto).
Il laboratorio nasce come spazio di ricerca e sperimentazione volta anche a ripensare l’orchestra come uno spazio dinamico e creativo, dove l’esperienza musicale si confronta e si mette in sinergia con il gesto e il movimento espressivo per dare vita, appunto ad un corpo “corale” sonante. L’intento naturalmente non è quello di far “danzare” i ragazzi, ma di offrire loro l’occasione di esplorare il proprio corpo in funzione espressiva durante l’esecuzione musicale e di acquisire così una maggior consapevolezza performativa anche come strumentisti.
Il laboratorio “Corpi sonanti” ha già realizzato quattro produzioni didattico-artistico: Corpi sonanti, Corpi sonanti in vetta, Corpi sonanti In cammino, Corpi sonanti in vetta 2 e Corpi Sonanti In-canto.
Queste performances sono state presentate in diversi luoghi architettonici (piazze, una pineta, una ex fonderia, sagrato del Duomo di Reggio, Piazza Casotti di Reggio, ecc.) con l’intento di sperimentare e “abitare” con il suono e il corpo nuovi spazi acustici.
(a cura di Gabrielangela Spaggiari
docente e direttore delle Orchestre Giovanili)
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